mercoledì 16 gennaio 2013

L’exposé e la dissertation

Per riuscire nel proprio percorso universitario in Francia, soprattutto nelle facoltà umanistiche, è necessario comprendere il funzionamento di due esercizi fondamentali, il primo orale ed il secondo scritto: l’exposé e la dissertation. Ciò che conta è la costruzione del discorso secondo una precisa argomentazione.

Esistono varie tipologie di esercizi praticati all’università: l’exposé (un argomento da trattare oralmente di fronte alla classe), la dissertation (componimento scritto) e, per le facoltà letterarie, il commentaire composé (analisi di un brano basata su un precisa progressione logica, tenendo conto della costruzione del testo) e l’analyse linéaire (analisi testuale riga per riga), scritti o orali. Non entreremo nel merito di ogni tipo di esercizio, anche perché in qualsiasi biblioteca si trovano numerosi testi introduttivi in proposito. Ci soffermeremo, invece, sulla dissertation, proprio perché è la prova più difficile ed è comune a molte facoltà. Questo componimento accompagna i francesi sin dalla scuola superiore. In italiano, si potrebbe tradurre il termine, in modo impreciso, con “tema”. In realtà, si tratta di qualcosa di molto più complesso. Esercizio retorico di ascendenza cartesiana, praticato, in origine, da un ristretto gruppo di specialisti, si è esteso, a partire dal XIX secolo, al mondo della scuola.
L’elemento fondamentale di una buona dissertation è il cosiddetto plan, ovvero lo schema, la struttura dell’elaborato.

Ecco, più in dettaglio, come procedere.

1. Il titolo
Ci sono tre tipi di titoli: un’opinione da discutere, su cui esprimere il proprio punto di vista; una nozione da analizzare o da definire; una citazione da commentare ed illustrare.

2. La riflessione
Bisogna studiare l’enunciato e desumerne una problématique. In effetti, è un errore il voler esaurire l’argomento da trattare, dire tutto ciò che si sa in proposito. È necessario scegliere il nodo della questione e argomentare a partire da un filo conduttore, da una tesi, da un nucleo di pensiero.
Per individuare l’essenziale, occorre studiare i termini del titolo, sottolineando ed analizzando le parole chiave, rivolgendo particolare attenzione ai verbi e ai tempi. Se si tratta di una citazione, è fondamentale non confondere la citazione con la domanda che viene rivolta. Bisogna trovare, poi, le argomentazioni che avvalorano la tesi che si intende proporre, o gli esempi che illustrano le idee che si vogliono presentare.
È bene evitare di esprimere giudizi o opinioni troppo personali. Per le dissertations letterarie, è buona norma imparare a memoria un certo numero di citazioni tratte dai libri in programma da usare al momento opportuno.

3. Il plan
È la fase più delicata e più importante della dissertation. Il piano ideale consta di un’introduzione, di uno sviluppo - diviso in tre parti, ognuna delle quali comprende tre sottoparti - e di una conclusione. Bisogna strutturare il plan intorno a due o, meglio, tre idee portanti (legate alla problématique) da organizzare secondo una progressione logica, per convincere il lettore con la propria dimostrazione.
Si può scegliere fra tre diversi tipi di plan: dialettico, tematico, analitico. Il primo è quello più classico, di impronta hegeliana, il cui sviluppo obbedisce ad una progressione dialettica: tesi/antitesi/sintesi. È adatto ai titoli che invitano a discutere un punto di vista.
La sintesi non dev’essere un semplice compromesso tra tesi e antitesi, ma mira a superare l’opposizione in una prospettiva più ampia, approfondisce la riflessione ed assume la forma di una nuova tesi. Il plan tematico va bene per titoli che invitano ad affrontare diversi aspetti di una questione.
Permette un approfondimento progressivo, per cui si deve stare attenti a non cadere in una mera lista di argomentazioni. Il plan analitico parte da una constatazione o dalla descrizione di una situazione, passa all’analisi delle cause che l’hanno provocata e termina con l’analisi delle conseguenze o delle soluzioni.

In brutta copia, si farà un plan détaillé, con la scaletta da seguire nel discorso.
Si cercherà di dare un titolo ad ogni parte e sottoparte, per facilitare la redazione. Le varie parti dovranno essere di lunghezza equilibrata.
Le argomentazioni saranno presentate in modo gerarchico: dalla più debole alla più forte, dalla meno importante alla più importante, dalla meno complessa alla più complessa, dal pro al contro o dal contro al pro (a seconda della prospettiva adottata). È indispensabile trovare ed esplicitare i legami logici tra le diverse parti dell’elaborato.

4. L’introduzione
È, insieme alla conclusione, l’unica sezione che è consigliato di redigere prima in brutta, per evitare le perdite di tempo. L’introduzione comprende quattro parti:
1) un preambolo che introduce l’argomento a partire da un tema più generale, di una riflessione storica o letteraria; ha la funzione di suscitare l’interesse del lettore;
2) la citazione del titolo per intero, magari riformulato se è troppo lungo;
3) la presentazione della problematica;
4) l’annuncio delle linee portanti del proprio plan, con delle frasi che riassumano in poche parole le diverse parti (annonce du plan).
L’introduzione e la conclusione sono le ultime sezioni a cui pensare, alla fine della riflessione.

5. La conclusione
La conclusione presenta un bilancio che riprende la problematica e ricapitola gli elementi essenziali della propria dimostrazione; una risposta chiara alla domanda posta, se il titolo chiedeva di esprimere il proprio punto di vista; un’apertura, cioè un ampliamento della riflessione.

6. Qualche consiglio
In bella copia, occorre separare le sottoparti con dei paragrafi e saltare qualche riga fra le tre grandes parties. È necessario prestare molta attenzione alle transizioni (soprattutto quelle tra le parti principali dell’elaborato), la cui funzione è di concludere la parte che finisce ed introdurre la parte seguente. Bisogna esprimersi alla terza persona singolare o alla prima persona plurale, in modo da dare un carattere più generale al discorso. È importante rileggere la bella copia, eliminando gli errori di ortografia, sottolineando i titoli dei libri e mettendo tra virgolette francesi “ ” i titoli dei capitoli o delle poesie e le citazioni.
Se non si ha tempo di finire il compito, indicare la parte restante del plan e copiare la conclusione.
Certo, la pratica della dissertation riguarda più le materie umanistiche (la storia, la filosofia, la letteratura), ma il suo spirito aleggia ovunque.
Anche in un lavoro di tipo scientifico apparirà, imperiosa, la necessità di una struttura rigidamente organizzata secondo un plan.

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