giovedì 31 maggio 2012

Partire o non partire?

Cosa spinge un giovane italiano ad avventurarsi nell’Esagono (così i francesi chiamano il loro Paese, per via della sua forma particolare)?

Molte sono le motivazioni possibili: desiderio di conoscere una nuova cultura, approfittando della vicinanza geografica, perfezionare la conoscenza della lingua, godere di maggiore autonomia, fare una prima esperienza nella ricerca o di lavoro.

Asostegno della scelta di partire, si può sottolineare il fatto che l’Italia è il secondo partner commerciale della Francia. Quindi, l’esperienza può rivelarsi spendibile sul mercato del lavoro. Intensissimi sono anche gli scambi culturali tra i due paesi, come conferma la creazione dell’Università italo-francese.

Da un punto di vista pratico, è importante sapere che il costo dell’alloggio in una delle numerose residenze universitarie è decisamente modico, senza contare gli aiuti economici erogati dal governo francese anche agli studenti stranieri. Il costo della vita per uno studente si può grossolanamente calcolare intorno ai 700 € al mese. Per quanto riguarda gli studi, tanti partono nella speranza, non sempre fondata, di accelerare il ritmo degli esami. È bene, tuttavia, informarsi prima su quali prove saranno riconosciute in Italia (équivalences). Non sono poi da sottovalutare le difficoltà iniziali, legate al doversi adattare ad un modo di pensare molto organizzato, che è tipico della scuola e delle università francesi, e che non è sempre in sintonia con la forma mentis italiana.

Nei prossimi post, svilupperemo diversi aspetti come il costo della vita, come trovare un alloggio, quali sono gli aiuti economici e la difficile questione dell’equipollenza dei titoli di studio.

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